Ultima puntata di Santoro in Rai: si parla anche del referendum sul nucleare stasera, giovedì 9 giugno, ad “Annozero” – in onda alle 21.10 su Rai2.
L’avventura di Michele Santoro come conduttore di talk di approfondimento politico in Rai iniziò con “Samarcanda”, programma che nella sua prima versione fu trasmesso nel 1987. Ironia della sorte fu quello l’anno del primo referendum sul nucleare in Italia; il cerchio si apre e si chiude sulla questione energetica per un giornalista che senza dubbio ha iniettato carburante nuovo e forza propulsiva nel linguaggio e nei contenuti della televisione italiana.
Dal 1987 sono passati 24 anni, in pratica una generazione, un quarto di secolo. Non fu un anno qualsiasi nella storia della nostra tv. La direzione di Rai Tre fu affidata ad un intellettuale, Angelo Guglielmi, che trasformò la rete da canale meramente culturale ad un laboratorio aperto sulla realtà e sulle nuove forme della comunicazione. Uno dei primi programmi ad andare in onda fu per l’appunto “Samarcanda” di Michele Santoro, insieme a “Linea rovente”, “Telefono giallo”, “Chi l’ha visto?”, “Blob”, “La tv delle ragazze”, solo per citarne alcuni.
Quel 1987 fu anche l’anno in cui due star di prima grandezza della Rai, Pippo Baudo e Raffaella Carrà, passarono alla Fininvest e una stella nascente della Fininvest, Gerry Scotti, fu eletto Parlamentare della Repubblica.
L’anno del battesimo di “Samarcanda” è ben contraddistinto da passaggi fra tv pubblica e privata, e fra televisione e politica, e Michele Santoro non sarà da meno: nel 1996, quando lascia una prima volta la Rai per Mediaset (tre anni di “Moby Dick” su Italia1) e nel 2004, quando è eletto parlamentare europeo.
Nella prima tranche della sua esperienza in Rai, Santoro costruisce il suo successo con tre programmi: la già citata “Samarcanda”, “Il rosso e il nero”, “Temporeale”. Gli inizi sono più “sperimentali”, scenografia di Barberio Corsetti, narrazione un po’ frammentata. Poi, via via, con il crescere degli ascolti, il linguaggio si fa più coinvolgente, di forte presa emotiva. Iniziano i collegamenti in diretta con la gente nelle piazze, i “gemellaggi” con Maurizio Costanzo, le battaglie contro la mafia.
Dopo l’esperienza a Mediaset, il ritorno in Rai con programmi come “Circus”, “Sciuscià”, “Il raggio verde”. Infine “Annozero”. Eccoci ai giorni nostri con il secondo addio alla Rai, tre lustri dopo il primo e, un quarto di secolo dopo, ancora un referendum sul nucleare.
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