E’ possibile sopravvivere alla giungla delle dinamiche politico-televisive quando alla competenza professionale si associa una naturale purezza d’animo? E’ possibile non essere schiacciati dalle aspettative dei dirigenti, dai giudizi del pubblico e dai sondaggi d’opinione quando si cerca di mantenere saldo il timone della vita, nonostante i canti delle sirene che depistano dal proprio modo di essere? Nel caso di Gerogia Luzi, alla conduzione di Unomattina Estate e famosa per la conduzione de “La tv dei ragazzi”, sembra che questo miracolo stia accadendo, di giorno in giorno. Perché l’unico aggettivo atto a definirla, quando la si conosce, la si incontra, è la temperanza. E Georgia lo commenta:
“La temperanza? Questo aggettivo me lo prendo tutto. Sento che mi calza a pennello. In effetti è proprio la tv dei ragazzi che mi ha insegnato ad ascoltare, ad avere pazienza. I bambini mi hanno formato perché nella loro assoluta immediatezza sanno anche essere molto tranchant. Costituiscono un feed back, uno specchio che mette a nudo i tuoi gesti, i tuoi comportamenti. I bambini ti insegnano ad essere veramente diretta e sincera”
Ma Georgia è nota al pubblico della fascia del mattino soprattutto per la sua schietta e fresca autoironia. Introducendo le tappe di un percorso enogastronomico esordisce con “Ed ora passiamo ad un altra tappa, ovviamente non a me”. Assaporando un vino rosso in un calice di vetro a stelo rosso, chiede all’enologo se il vino abbia colmato anche lo stelo del bicchiere. L’enologo le spiega che si tratta, invece, della colorazione del vetro e lei, col viso rivolto ai telespettatori si scusa dicendo “che volete farci, son proprio bionda!”
Georgia, quando hai scoperto il senso dell’autoironia?
Da adolescente mi prendevo molto sul serio. Poi, successivamente, ho scoperto che l’autoironia è un’arma vincente per stare bene con se stessi.
Nella tua vita c’è un piccolo o grande fallimento? Quale?
Sui primi set non venivo trattata bene. Facevo piccoli ruoli e venivo continuamente rimproverata o, alternativamente, trascurata. Poi ho capito che le persone facevano perno proprio sulle fragilità che lasciavo trasparire e da allora sono cambiata. Non ho più mostrato una mia insicurezza o una mia fragilità ma ho dovuto lavorare molto su me stessa per arrivare a questa conquista
Uno Mattina è una scuola dura: cosa si impara e per che cosa ci si sconforta?
Si impara a cambiare registro di continuo e ad essere credibile pur trattando le tematiche piu’ disparate. Si impara a improvvisare, e questo insegnamento è possibile solo attraverso la diretta. Non mi sono mai sentita sconfortata. Tuttavia i primi tempi avevo timori rispetto a come avrebbe reagito il pubblico e poi avevo dei timori legati alle dinamiche di team, ai rapporti umani che si creano quando si lavora continuamente insieme.
Com’è tenere lo studio e la scena insieme ad un conduttore che ha una personalità altrettanto forte come Pierluigi Diaco?
Abbiamo trovato un equilibrio, seppur nella reciproca diversità dei caratteri. Io leggo i copioni, ascolto molto le indicazioni del gruppo autorale. Sono molto disciplinata ed è una cosa di cui lui spesso mi rimprovera! Lui, invece, è votato all’improvvisazione, al colpo di genio, riesce a cogliere al volo la situazione e riusciamo quindi, insieme, a dare spazio a due mondi diversi.
All’interno del tuo sito c’è anche un blog dove in maniera diaristica riporti riflessioni o citazioni che si attagliano alla tua vita, al tuo percorso esistenziale.
Il 23 maggio 2009 scrivi “Georgia non sopporta le telefonate di “raccomandazione” . Presenziare a un evento solo perché è così che si fanno gli incontri giusti. Accettare discorsi inutili di gente incompetente. Abbassare la testa, quando invece vorresti urlare. Avere a che fare con persone scorrette, che non sanno cosa significhi “professionalità”. Quelli che fanno distinzioni in base al ruolo o alla posizione che si ricopre. Insomma MONDO fai un bel respiro e goditi gli occhi di chi si impegna in quello che fa. Di chi sa sostenere il proprio sguardo allo specchio. Di chi, nonostante tutto, va avanti. Di chi ancora pensa che il MERITO abbia più importanza dell’amico “importante”. Di chi forse….. ama illudersi.
Facciamo un consuntivo: a circa un anno di distanza cosa è cambiato?
Niente. Oggi riscriverei le stesse cose. Certo, questi tipi di cambiamenti richiedono una lotta lunga e continua. C’è bisogno di molto tempo perché è difficile cambiare certi meccanismi, ma io continuo la mia battaglia cercando di cambiarli dall’interno.
Il 12 giugno del 2010 riporti una citazione di una bellissima piece che recita “(…) No, non è mai finita per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi (…). Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare” E’ un pezzo che suona come una autobiografia?
Assolutamente si ma racconta anche il mondo femminile alla perfezione, perché dice di quanto noi donne dobbiamo lottare quotidianamente e, proprio quando stiamo per morire, di nuovo rinasciamo. Su yutube c’è una bellissima interpretazione di questa opera, Donne in rinascita, di Jack Folla, letta da Fabio Volo.
Che progetti ci sono del tuo immediato futuro, dopo Uno Mattina?
Molto verrà valutato sulla base di quanto sto facendo ora a Uno Mattina. Ne sono certa. Lo sento, è nell’aria. Per ora siamo in attesa. Mio marito dice che l’attesa è speranza anche se io la vivo con un’ansia terribile.
Se la tua vita fosse un film, chi sarebbe il regista?
Il regista sarebbe mio marito perché mi piace farmi leggere e guidare da lui, fidandomi.
Una cosa in cui credi fortemente?
Pulizia a correttezza dei comportamenti e nei rapporti, Da buona acquario sono una pervicace idealista e sono convinta che fare del bene non solo faccia star bene ma che, presto o tardi, le buone pratiche ritornino indietro sotto forma di buoni comportamenti, in un modo o nell’altro.
Un tabù sociale?
Il fatto che non esistano più tabù. Ce ne vorrebbero ancora oggi e forse bisognerebbe restituirli. Se non ci sono, infatti, decade la possibilità di infrangerli e, con essa, la possibilità stessa di oltrepassare un limite. Ad esempio, il sesso, ai tempi di mia madre era considerato un tabù ma connessa ad esso era tutta la bellezza di un bacio o la possibilità di avere vissuto piccole trasgressioni. Perdendo i tabù abbiamo perso la possibilità di riscoprire la bellezza di certe piccole trasgressioni.
Una cosa che non hai mai capito di te…
Premetto che sono contenta di non capirmi completamente e di non tematizzarmi troppo. Mi fanno paura le persone perfette. Tuttavia non mi comprendo quando vengo assalita dall’ansia o quando mostro una eccessiva sensibilità rispetto a certi eventi della vita.
Cosa ti aspetti dal futuro?
Il mio sogno irrealizzabile è il desiderio che tutto il mio mondo rimanga intatto come oggi. Se penso ai miei cari, ai miei genitori, ai miei nonni, vorrei fermare il tempo e tenermelo stretto al cuore per tutta la vita.
Una lettura a te cara?
Gibran: Il profeta o Le ali spezzate.
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere una strada professionale in televisione?
Disciplina, studio impegno preparazione, sempre e comunque.